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Alla scoperta della nazionale del Nepal

Un paese che mi ha da sempre affascinato è stato il Nepal. Terra di leggende, di misteri, un altro stile di vita, isolato dall’industrializzazione, con moltissime usanze intriganti e curiose.
Sebbene esistano ben oltre 100 gruppi etnici nel paese, un elemento che accomuna la popolazione è lo sport. Su tutti, ovviamente, il calcio.
Il calcio di quelle parti è ben lontano da quello occidentale, soprattutto per ovvie ragioni economiche. Difficilmente si trova un campo in condizioni decenti (i terreni sono quasi tutti in dislivello) e infrastrutture che permettano un adeguato sviluppo sportivo, ma nonostante ciò è follemente amato dal paese. Anche gli stipendi dei calciatori sono imparagonabili, basti pensare che uno dei calciatori più rappresentativi della nazionale nepalese, Santosh Shahukhala, guadagna solamente 8430 dollari l’anno.

Nonostante, come già riportato sopra, il calcio sia molto popolare, i risultati ottenuti nella storia dalla nazionale nepalese sono sempre stati scadenti. In 149 partite giocate, ben 95 sono sconfitte, alcune umilianti, come il 16-0 subito contro la Corea del Sud nel 2003.
Negli ultimi anni, però, i risultati sono stati più incoraggianti sotto la guida del ct Graham Roberts (ex giocatore della nazionale inglese), alcuni entusiasmanti, grazie anche ad un’iniezione di talento che non si era mai vista da quelle parti dopo che nel 2010 è stata creata una lega professionistica, la Martyr’s Memorial A-Division League.
Il primo successo dei guerrieri himalayani è stata la qualificazione ottenuta alla AFC Challenge Cup del 2012, competizione che si svolgerà proprio in Nepal, il cui vincitore si qualificherà alla Coppa d’Asia del 2015, in Australia. Tutte le partite verrano giocate nello storico stadio della nazionale nepalese, il Dasarath Rangasala Stadium di Kathmandu, capace di ospitare 30.000 spettatori, e i padroni di casa dovranno vedersela con Palestina, Filippine, India, Turkmenistan, Maldive, Tajikistan e Corea del Nord. Avversari abbastanza tosti, ma non impossibili.
La qualificazione è stata ottenuta dopo che il Nepal si è piazzato secondo al girone con Corea del Nord (0-1), Afghanistan (1-0) e Sri Lanka (0-0).
Se il risultato contro lo Sri Lanka è deludente, è molto più soddisfacente l’esiguo passivo subito dalla Corea del Nord, avversario molto più quotato dei nostri nepalesi.
Ma dopo queste tre importanti partite, il ct Roberts ha dovuto affrontare il primo turno di qualificazione mondiale contro Timor Est. Il Nepal partiva favorito, ed ha rispettato il pronostico, vincendo 2-1 e 5-0 le due gare.
Nel turno successivo, giocato pochi mesi fa, l’avversario di turno era la tostissima Giordania. Purtroppo il Nepal ha estremamente sfigurato nella gara d’andata, vedendo sconfitto addirittura 9-0. Ma nel ritorno, davanti ad oltre 20,000 spettatori, l’inaspettato 1-1 è stato accolto come un evento d’orgoglio nazionale: in condizioni di gioco al limite dell’impossibile, i ragazzi di Roberts hanno tirato fuori una grandissima prova, che sarebbe potuta finire addirittura meglio.
Ed i recenti risultati delle squadre giovanili (come il pareggio per 1-1 della nazionale u16 contro l’Arabia Saudita di qualche giorno fa) fanno ben sperare in un futuro più roseo.

Passiamo ora ad analizzare i giocatori, che militano quasi tutti in patria.
Molta gente è convinta che i calciatori di queste parti abbiano enormi lacune dal punto di vista fisico, ma il Nepal rappresenta un’eccezione, avendo diversi calciatori ben strutturati.
Sebbene possa sembrare un paradosso, il fatto di dover giocare in campi che sembrano più deserti con dune più che adatti al calcio, costringe i nepalesi a migliorare continuamente la tecnica individuale.
Il talento per distacco più interessante è indubbiamente il difensore centrale Rohit Chand.
Chand è un ragazzo di 19 anni estremamente tecnico, composto e intelligente, decisamente superiore ai suoi simpatici compagni di nazionale. Ha sostenuto e superato provini con Arsenal e Tottenham, è inseguito anche dal Lille, ma il suo sogno è sempre stato quello di voler giocare in Inghilterra. Così, per le noiose e particolari leggi inglesi sugli extracomunitari, si è dovuto accontentare del Kettering Town per il frattempo, club per il quale è indubbiamente sprecato, ma che gli darà l’opportunità di diventare il primo calciatore nepalese a giocare in Europa.
Ovviamente il suo potenziale è molto più alto, quasi a livelli top secondo Roberts, che di calcio inglese se ne intende, avendo militato tanti anni in Premier League con Tottenham e Chelsea.
“E’ senza ombra di dubbio, e per notevole distacco, il miglior calciatore che io abbia mai allenato, giocherà certamente ai livelli più alti del calcio europeo.”
Un gran biglietto da visita per un ragazzo, che è già diventato un eroe in patria.
Ma di eroe ce n’è un altro, sebbene il suo talento non sia lontanamente paragonabile a quello del fenomeno Rohit Chand. Stiamo parlando di Anil Gurung, che nel 2009, dopo aver siglato ben 32 reti in 24 partite nel campionato nepalese, ha sostenuto un provino di 4 mesi con le riserve del Chelsea e col Woking, club di Conference.
Nonostante non abbia superato la prova, è stato riaccolto in patria come un idolo nazionale, aprendo gli orizzonti europei al calcio nepalese.
Gli altri giocatori più interessanti sono il centrocampista Sandip Rai, l’attaccante Santosh Shahukhala e un altro centrocampista col vizio del gol, Bharat Khawas. Da segnalare anche quattro ragazzi 16enni già convocati in nazionale maggiore per dei camp: si tratta di Heman Gurung, Bishwas Shrestha, Aditya Choudhary e Sanjaya Rajbahak.

A cura di Christian Rizzitelli